giovedì 9 ottobre 2014

controtempo


La vita è una ruota, che fa i suoi giri e ci riporta al punto di partenza. Restano solo le cose, immobili, testimoni di quel che siamo stati, di ciò che siamo diventati. 

Eppure la tua mano è sempre la stessa, l'odore acre della tua pelle ha attraversato indenne questi decenni, per ricordarmi il tempo in cui minuscola m'accoccolavo tra voi come una regina e questo letto mi sembrava una nave maestosa e sicura, pronta a traghettarmi indenne dall'altro lato della notte. Insieme abbiamo navigato a lungo, attraversato acque perigliose, e adesso che il viaggio giunge al suo termine non riesco a credere che sbarcherete senza di me, mi lascerete sola a salutarvi su questa barca che adesso mi pare tanto piccola e fragile, ad aggrapparmi a questo legno che ancora non ho imparato a manovrare.

Mi lascerete sola, in fondo a questo cerchio che ti vede di nuovo piccina, bimba da consolare e accarezzare e io l'adulta che ti fa forza, ti stringe a sé nel cuore del buio, ti sussurra quelle bugie piene d'amore con cui mi avete cresciuta – quell'amoroso inganno che ci fa tirare avanti anno dopo anno, ci dà il coraggio di non buttarci a mare, di continuare a sperare che l'orizzonte non giunga mai in vista.

Ci fa invocare un giorno in più, una notte ancora, una risata, un abbraccio. Un ultimo lentissimo giro di ruota.

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