La vita è una ruota, che fa i suoi giri e ci riporta
al punto di partenza. Restano solo le cose, immobili, testimoni di
quel che siamo stati, di ciò che siamo diventati.
Eppure la tua mano
è sempre la stessa, l'odore acre della tua pelle ha attraversato
indenne questi decenni, per ricordarmi il tempo in cui minuscola
m'accoccolavo tra voi come una regina e questo letto mi sembrava una
nave maestosa e sicura, pronta a traghettarmi indenne dall'altro lato
della notte. Insieme abbiamo navigato a lungo, attraversato acque
perigliose, e adesso che il viaggio giunge al suo termine non riesco
a credere che sbarcherete senza di me, mi lascerete sola a salutarvi
su questa barca che adesso mi pare tanto piccola e fragile, ad
aggrapparmi a questo legno che ancora non ho imparato a manovrare.
Mi lascerete sola, in fondo a questo cerchio che ti
vede di nuovo piccina, bimba da consolare e accarezzare e io l'adulta
che ti fa forza, ti stringe a sé nel cuore del buio, ti sussurra
quelle bugie piene d'amore con cui mi avete cresciuta –
quell'amoroso inganno che ci fa tirare avanti anno dopo anno, ci dà il coraggio di non buttarci a mare, di continuare a sperare che
l'orizzonte non giunga mai in vista.
Ci fa invocare un giorno in più, una notte ancora, una
risata, un abbraccio. Un ultimo lentissimo giro di ruota.
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