Ci vuole una vita per conoscere se stessi e potrebbe persino non essere sufficente. Puoi superare i trenta convinto di avere le spalle larghe abbastanza da trasportarti indenne dall'altra parte e scoprire ch'era tutta un'illusione, un gioco di prestigio riuscito particolarmente bene ma pur sempre magia da quattro soldi, di quella che evapora non appena ti metti a osservare per davvero come funziona.
Un autentico talento a lasciarsi alle spalle gli altri non è segno di forza d'animo ma piuttosto di paura: timore d'essere risucchiato nei dolori che non ti riguardano, di farti coinvolgere troppo, di non essere amato e accettato per quello che sei.
La misantropia è il chiavistello per chiudere a doppia mandata il cuore. Qui, dove non vorresti far entrare nessuno, in pochi selezionatissimi tenaci hanno ricevuto il permesso di dare una sbirciata - e la chiave l'hai data a uno soltanto, solo perché non potevi farne a meno, solo perché in fondo un cuore sprangato non fa più il suo dovere e tu non vuoi accontentarti di vivere a metà.
Chiamiamo la debolezza forza e la forza remissività, per questo soffriamo le pene dell'inferno e giriamo intorno al nostro ombelico per anni e anni e ci prendiamo in giro pur di non vedere la verità, perché la libertà è l'ignoto e quel che non conosciamo ci spaventa: molto meglio rimanere per sempre nella prevedibilità della catena che abbiamo forgiato noi stessi, una maglia alla volta.
A volte però la vita ci travolge, ci impone di scegliere se affogare o imparare a respirare di nuovo.
Può essere un lutto, un amore finito, un fallimento delle ambizioni: quando la realtà travolge gli schemi che ti permettevano d'andare avanti ti trovi davanti un muro che non puoi aggirare e che non hai gli strumenti per superare.
Allora devi reinventarti da capo, devi ricostruirti da zero: devi trovare un modo nuovo per raccontare la tua storia. Devi spezzare quella catena perché ti sta mandando a fondo e in fondo c'è la fine che tutti quanti vogliamo rimandare al più tardi possibile.
Di fronte a quel muro, siamo tutti soli. E quel muro sei tu, con i tuoi terrori ancestrali, con i tuoi vecchi schemi, con tutti gli errori che hai compiuto, con tutte le menzogne che ti sei ripetuto fino a renderle vere.
Quel muro devi buttarlo giù, un pezzo alla volta, e non sarà facile.
Farà male ma solo tu puoi riuscirci perché non arriverà nessun altro a farlo al posto tuo.
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