Continui a ripeterti che hai la pelle dura e certi giorni ci credi davvero. Certi giorni riesci ad alzarti e a ridere delle cose di cui ridono gli altri, ad ascoltare i problemi e le inezie che tutti crediamo importanti finché non ci crolla addosso qualcosa di davvero terribile.
Certi giorni riesci a reprimere la tentazione di saltare alla giugulare di chi non sa quanto è fortunato, che poi sono tutti gli altri tranne noi, tutti quelli che non sono entrati con noi nel buio.
Altri invece capisci sin dal mattino che deporrai le armi, perché dopo due mesi e mezzo in trincea ti dolgono troppo i reni e il cuore non pompa più come si deve.
Quei giorni lì capisci che non hai più spazio per la compassione o per la pazienza, che te ne sbatti del dolore degli altri, che sei solo in grado di augurare a chi ti circonda la pena che si merita, la distruzione del suo cazzo di mondo perfetto. Una bella dose di realtà in mezzo agli occhi.
Quei giorni lì capisci che è successo: la sofferenza t'ha corroso come le rocce di Cabo de Roca, indurite dal battere incessante dell'oceano, spazzate dal vento e dalla salsedine.
Chissà se sarai in grado anche tu di tornare a germogliare, un giorno, come quel promontorio sospeso sull'Atlantico. Forse a fiorire non saranno rose nè camelie, ma piccoli boccioli di carta, luminosi come il sole, così resistenti da crescere sulla pietra nuda, così testardi da tornare a sfidare la forza degli elementi pur di rinascere, un anno dopo l'altro.
Certi giorni riesci a reprimere la tentazione di saltare alla giugulare di chi non sa quanto è fortunato, che poi sono tutti gli altri tranne noi, tutti quelli che non sono entrati con noi nel buio.
Altri invece capisci sin dal mattino che deporrai le armi, perché dopo due mesi e mezzo in trincea ti dolgono troppo i reni e il cuore non pompa più come si deve.
Quei giorni lì capisci che non hai più spazio per la compassione o per la pazienza, che te ne sbatti del dolore degli altri, che sei solo in grado di augurare a chi ti circonda la pena che si merita, la distruzione del suo cazzo di mondo perfetto. Una bella dose di realtà in mezzo agli occhi.
Quei giorni lì capisci che è successo: la sofferenza t'ha corroso come le rocce di Cabo de Roca, indurite dal battere incessante dell'oceano, spazzate dal vento e dalla salsedine.
Chissà se sarai in grado anche tu di tornare a germogliare, un giorno, come quel promontorio sospeso sull'Atlantico. Forse a fiorire non saranno rose nè camelie, ma piccoli boccioli di carta, luminosi come il sole, così resistenti da crescere sulla pietra nuda, così testardi da tornare a sfidare la forza degli elementi pur di rinascere, un anno dopo l'altro.
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