Presto
saremo insieme e la malattia, il dolore, ti sembreranno un gioco a
cui si dà troppa importanza. Dormiremo e sogneremo di tornare qui –
nelle nostre stanze – per guardarli respirare, litigare, amare,
soffrire. Vivremo nelle loro anime e il loro amore ci renderà
eterni.
Ti insegnerò a non avere paura qui, fuori dal tempo, dove le vecchie regole non contano più
Ti insegnerò a non avere paura qui, fuori dal tempo, dove le vecchie regole non contano più
I provinciali
Quando ho iniziato I provinciali stava finendo non solo il 2008 ma anche una fase della mia vita. Avevo firmato da poco il contratto per il mio primo romanzo, avevo finalmente un lavoro che placava la mia ansia di pagare affitto e bollette: mi sembrava che fosse arrivato il momento di provarci davvero con la scrittura, di concedere una possibilità al mio sogno.
Saltò fuori che quello che avevo bisogno di raccontare era la storia di una famiglia, una piccola e semplice storia, che potesse appartenere a tutti.
Una storia d'amore incondizionato e d'egoismo, di trappole e rifugi, dove elaborare il lutto e dire addio alla propria infanzia.
Io sono stata cresciuta dai miei nonni, tutti e quattro. Il dono più grande che mi è stato fatto è aver avuto il loro amore a proteggermi e le loro esperienze a fortificarmi: quattro caratteri così diversi che si sono fusi nella mia personalità, mi hanno fatto diventare quella che sono.
Con il senno di poi ho capito di aver scritto I provinciali per preparami al giorno in cui se ne sarebbero andati, perché non c'è mai stato niente nella mia vita che mi spaventi di più della consapevolezza che dovrò perderli, uno dopo l'altro.
Nel frattempo quello che temevo è successo: mio nonno paterno è morto proprio mentre stavo terminando il romanzo. Se n'è andato in pochi giorni, senza soffrire: l'ho visto scivolare giù ma non ho mai smesso di tenerlo per mano. Di portarlo insieme a me.
Sono passati tre anni da quel giorno e proprio ieri ho saputo che I provinciali uscirà il 28 novembre.
Mio nonno veniva da un mondo che non esiste più e si chiamava Frediano.
Mi piace pensare che avrebbe ritrovato nel mio romanzo tutto quello che aveva cercato di insegnarmi, tutto quello che non ha mai saputo che io avevo imparato anche senza volerlo.
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